“The Others” è il pianeta degli altri visto con gli occhi del singolo. Sono quelli che stanno lontani e pare di sentirne le voci attutite, sono quelli che stanno al di là della linea d’ombra.
Campeggia al centro di ogni ritratto di Blackie Black, la linea d’ombra della mente. Seppur il concetto di bellezza sia puramente oggettivo, nell’estetica si parla anche di una bellezza essenziale, come quella che connota gli scatti del fotografo malese Blackie Black.
Di una bellezza estatica che rapisce lo spettatore durante la visione, queste immagini fotografiche sono ritratti “umani”, ma soprattutto “mentali”. L’autore, che sostiene di aver appreso l’arte del fare immagini prima ancora di tenere in mano una penna, costruisce ritratti singolari, in cui ad essere protagonista è proprio la mente. Un viso, uno sguardo e poi una fronte ed infine un corpo. La donna ritratta diventa la metonimia della mente che la domina, nonché quest’ultima diviene una parte di un tutto che è l’identità.
Il fatto che l’autore si concentri nel ritrarre il viso della donna, fa pensare che voglia quasi catturarne i pensieri e i turbamenti e i sentimenti.
Il bianco/nero scelto da Blackie Black è come un velo attraverso cui guardare oltre la linea d’ombra, così facendo le immagini appaiono eteree e immerse in una dimensione sovrannaturale.
Femminili ed ammalianti, gli scatti rivelano anche un tocco delicato che sa tirar fuori tutta l’eleganza della figura femminile ritratta.
“La verità è costante e tutto intorno cambia”, recita un celebre detto. La verità è quella dell’identità interiore, sulla quale Blackie Black conduce una vera e propria ricerca che l’arte della fotografia rende possibile. La fotografia concettuale consente di andare oltre le cose e rompere gli schemi della realtà, essa è il mezzo con cui mettere in contatto se stessi con la propria voce interiore, lontani dal ritmo frenetico della quotidianità.
Contatto FB: Blackie Black
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Il bianco/nero scelto da Blackie Black è come un velo attraverso cui guardare oltre la linea d’ombra