Città invisibili erano quelle di Italo Calvino, immaginifiche seppur contemporanee negli ideali.
Napoli è città reale ed al contempo invisibile, perché nasconde un’anima viva per chi sa percepirla.
E’ la Ciudad de D10S l’anima di una Napoli che pulsa, quella raccontata da Claudio Menna che s’avvicina alla fotografia dedicandosi allo street reportage.
Gioia, dolore, sangue e bellezza infiammano la città partenopea e la fanno brillare come il Pibe de oro con la mano de Dios, figura sacra del popolo napoletano. Claudio Menna esplora di fatti la dimensione votiva della sua città che immola figure pagane come sante. Negli scatti di questo giovane fotografo emerge l’essenza viva di una città che palpita all’interno, dentro fino alle profondità dei Quartieri spagnoli.
Si vede così la sacra processione serpeggiare lungo le strade strette dei Quartieri, primissimi piani ritratti in b/n dei volti che sono parte integrante della città. Si prenda in considerazione l’immagine che ritrae il viso di un’anziana donna ritratta accanto alla statua di una Madonna. V’è intensità in questo scatto, dove è resa tutta la partecipazione ricca di emozione e pathos del popolo napoletano nei confronti della tradizione, cosicché il volto della Madonna appare vivo quanto quello dei suoi fedeli.
Inizia nel 2012 il progetto La Ciudad de D10S di Claudio Menna, un vero e proprio racconto della storia non soltanto di una città, bensì di un popolo intero che affonda le proprie radici nella tradizione. La grande bellezza di Napoli.
Così gesti, simboli di devozione e segni inconfondibili di tradizione si intersecano fino a scoprire lo spazio e il tempo di certi luoghi sospesi ed eterni, città visibili per chi sa guardare davvero.
1- Italo Calvino attribuiva alle sue città invisibili precisi connotati. Quali sono quelli di Napoli?
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
Questa citazione da “ Le città invisibili ” oltre che la mia preferita, sembra essere particolarmente efficace per descrivere quelli che sono i connotati della mia città invisibile. Napoli è un mondo più che una città, nel quale convivono tante realtà diverse e contrapposte fra loro, in un equilibrio precario quotidianamente messo alla prova. In questi anni di fotografia ho camminato a lungo nei quartieri più popolari , e le contraddizioni incontrate sono innumerevoli. La miseria derivante dalla crisi economica e la mancanza quasi assoluta delle istituzioni hanno trasformato il popolo, quasi abbrutendolo, in una serie di personaggi danteschi , tipologie differenti da gironi infernali dove ognuno ha il suo ruolo e la sua connotazione. Tutto ciò genera null’altro che sofferenza in quella parte di popolo che decide di combattere ed uscire dall’inferno senza farne parte passivamente. Napoli è questa, un inferno Dantesco dove puoi però scegliere se incastrarti nei tasselli dei diversi gironi infernali urbani ed umani, o uscirne combattendo, pur restando nella tua terra.
2- Ha intitolato questo portfolio”La ciudad de D10S”. Ci spieghi perché.
La Ciudad de D10S più che un portfolio è un macro racconto fotografico fatto di tante storie che presentano la realtà, il disagio e la bellezza dei quartieri popolari di Napoli. Attraverso gesti, simboli di devozione e segni inconfondibili di tradizione, ricerco la vita e la bellezza contraddittoria che caratterizza la mia città. Il titolo richiama l’appellativo utilizzato nel mondo, e soprattutto qui a Napoli , per Diego Armando Maradona, vera icona pagana ed a tratti religiosa verso cui il popolo napoletano si identifica : la passione, il sangue, la gioia ed il dolore , le lacrime e le urla strazianti, condizione necessaria e sufficiente affinché possa verificarsi quel miracolo sportivo, religioso e quotidiano che porta ad una rivalsa sociale ed umana da parte di coloro che giorno dopo giorno combattono per la sopravvivenza e l’affermazione del proprio essere.
3- Immagini la sua città ideale, come sarebbe?
La mia città ideale non esiste. Il mio ideale di città racchiude però caratteristiche diverse , proprie di Parigi, Barcellona, New York , Napoli, Londra o Berlino. Sono uno dei figli primogeniti dell’era della globalizzazione, e la città per me deve caratterizzarsi sicuramente per un’ apertura mentale e multietnica , un’ideale di tolleranza e civiltà, un vivere quotidiano per i giovani , fatto non di insicurezze e paure, ma di certezze verso un futuro prossimo e non remoto. Un luogo in cui le idee vincenti sono sempre premiate, l’arte è condivisa a 360° e la legalità viene garantita e tutelata come bene supremo. Una città in cui vige la meritocrazia , le istituzioni e la classe politica vigilano sul bene del cittadino e le forze dell’ordine garantiscono sicurezza per ogni membro della comunità. Un luogo che se fosse descritto dallo stesso Calvino , vista l’impraticabilità delle esigenze e l’attuale impossibilità nel risolverle , si chiamerebbe “ La città utopistica “ .
Contatto FB: Claudio Menna
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Gioia, dolore, sangue e bellezza infiammano la città partenopea e la fanno brillare come il Pibe de oro con la mano de Dios, figura sacra del popolo napoletano.