“American way of life” gridano le immagini di Feng Lu, come uno strillone all’angolo tra la quinta e la sesta di una New York multiculturale.
Si intitola The Corner of New York questo portfolio che sembra uscire dalla vecchia rivista Life, e che si declina in “nuance urbane” che sono come stanze: Street Corner, Subway, Phone e Coney Island. Feng Lu è nato e cresciuto nel sud della Cina, trasferitosi poi nella “Grande Mela” per esprimere appieno il proprio talento fotografico attraverso una 35 mm con cui ritrae l'”American life” delle strade newyorkesi.
L’avvento delle nuove tecnologie digitali ha prodotto una ridefinizione dei linguaggi nelle arti visive e fotografiche, nello specifico il fenomeno della digitalizzazione ha determinato la nascita di linguaggi fotografici “fast” al passo con il ritmo frenetico della società contemporanea. La streetphotography può essere considerata sempre più “figlia” di questo fenomeno, tuttavia in tal caso c’è dell’altro.
Feng Lu firma una vera e propria ricerca sociale, avvalendosi degli strumenti caratteristici della sociologia delle immagini, nello specifico la metodologia nota come “osservazione partecipante”. Per antonomasia ogni fotografo “street” può essere considerato al contempo cercatore, ricercatore e dunque anche “cacciatore” di dinamiche socio-culturali che si instaurano tra realtà diverse. Feng Lu non ritrae semplicemente la “strada”, il suo è un “bagno di strada” mentre lui medesimo si amalgama tra le genti e le razze e le culture. Il suo non è un limitarsi allo scatto fotografico, bensì partecipa attivamente all’immagine che sceglie di catturare.
The Corner of New York è un progetto fotografico degno di attenzione per due motivi: la metodologia di lavoro che v’è dietro, sensibile alla sociologia urbana; il tema che tratta, ovvero la multiculturalità di una città in continua espansione.
Feng Lu è alla ricerca del “punto di collisione” tra due culture, il “vecchio mondo”- l’America che esisteva- e il “nuovo mondo”- l’American way of life che costituisce come una terza cultura, frutto del meltingpot di razze e tradizioni di popoli diversi.
Gli scatti di Feng Lu ricordano quel modo di far fotografia tutto unico di Elliott Erwitt, a spasso per le strade della multietnicità, a cavallo tra realtà e sogno, tra ironia e struggente bellezza. In ognuno di questi scatti è visibile quel “punto di collisione” tra due razze, tra due culture, tra due vite in un unico grande “American way of life” che fa sentire tutti parte di qualcosa di unico.
Tra le immagini presentate c’è anche una citazione libera al fotografo statunitense Robert Frank e al suo Americans, in cui sopra alla società multiculturale campeggia come un’aquila l'”American flag”.
1- L’autorevole sociologo urbanista francese Marc Augé parla di “non-luogo”. Cos’è per Lei un “non-luogo”?
Il termine coniato da Marc Augé “non-luogo” è definito dal medesimo autore come “spazio antropologico di passaggio”. Potrebbe trattarsi di un museo, un aeroporto, un sottopassaggio- di fatti la metropolitana di New York costituisce uno dei miei principali progetti fotografici- le persone diventano veri e propri “individui di passaggio” quando entrano in una metropolitana. Trovo profondamente interessante come le persone “vivono” in modo differente questi “spazi di transitorietà”.
2- Come la comunità di immigrati ridisegna lo spazio urbano della città di New York?
Sono nato e cresciuto nel sud della Cina, attualmente vivo e lavoro a New York. Si tratta di una città incredibilmente ricca nelle su diversità culturali e nelle risorse che offre, ed ha la straordinaria capacità di far sentire qualunque “estraneo” parte di qualcosa di unico. I nuovi immigrati vengono a New York per una serie di motivi, primo tra tutti per esigenze economiche o semplicemente per esplorare la città di cui tanto hanno sentito parlare. Molti, se non tutti, si sforzano di mantenere la loro cultura e le loro tradizioni, vivendo nelle loro comunità etniche sparse sul territorio e spesso in competizione per lo spazio. Al contempo, però, i nuovi immigrati apprendono la cultura americana e soprattutto il “american way of life”. Lo scopo di questo progetto fotografico è mostrare come il “vecchio mondo” interseca il “nuovo mondo”, attraverso la macchina fotografica.
3- Cos’è per Lei la “streetphotography”?
Credo che la “fotografia di strada” sia meglio documentata attraverso l’utilizzo della pellicola fotografica analogica. Il contrasto analogico tra bianco e nero della pellicola crea un’inquadratura ancora più intensa. Il mio obiettivo è quello di catturare il momento della “collisione” tra culture diverse e mondi diversi, che contiene una combinazione interessante tra ironia immagine e filosofia. Tuttavia credo che, nonostante questa “collisione” fotografica possa essere evidente, la lettura interpretativa del lettore è sempre arbitraria.
Contatto FB: Feng Lu
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Feng Lu non ritrae semplicemente la “strada”, il suo è un “bagno di strada” mentre lui medesimo si amalgama tra le genti e le razze e le culture.