Tutti quelli che sono stati lasciano sempre addosso qualcosa di sé, ed è questo il segreto della memoria. Ed ogni memoria è una storia o un frammento di essa.
L’interesse per le storie di vita ha rappresentato, per lungo tempo nel campo della ricerca sociale, un vero e proprio fenomeno culturale. Nella ricerca sociale, il ricorso alle storie di vita (raccolte mediante interviste biografiche) costituì, in una prima fase di sviluppo delle teorie sociologiche, un elemento di rottura rispetto alla sociologia “accademica”. L’approccio biografico come orientamento di ricerca esprime la convinzione che la conoscenza dei percorsi individuali, delle logiche biografiche, è essenziale per ricostruire un processo sociale, che si tratti di migrazioni, di itinerari di mobilità, o di altre “transizioni” nello spazio sociale. Perchè non ha senso spiegare senza comprendere. Così fa Gisella Iriarte, fotografa di origini peruviane, che racconta la storia di vita della propria famglia e con essa anche la sua. Nelle “storie” di Gisella Iriarte si parla di “famiglia” come sinonimo di popolo, razza, civiltà. In tal senso la “famiglia” che abbraccia il vissuto personale dell’autrice si amalgama con la “famiglia” del popolo peruviano ed al movimento migratorio che lo vide protagonista.
25 anni fa molte famiglie peruviane furono costrette ad abbandonare la propria terra, a causa degli attentati terroristici imperversanti all’epoca e per le precarie quanto insostenibili condizioni di vita.
Gli scatti di Gisella Iriarte sono frame emozionali di una storia che sembra crescere dinnanzi agli occhi dello spettarore. Vi si individua, di fatti, un climax sia nei sentimenti che nell’intreccio narrativo, al’interno del quale si vedono maturare i protagonisti, divenire grandi sino all’inserimento nel mondo del lavoro per esperire profondamente il mondo. Sono immagini ammalianti, profondamente coinvolgenti per tecnica narrativa adottata e per tematica trattata. In esse vi si legge vivido quel legame indissolubile che esiste tra la vecchia e la nuova generazione, e nel mezzo un amalgama di sacrifici ricordi e sentimenti che hanno condotto sino al presente denso di futuro.
1- Memoria, cultura, fotografia. Quale il legame?
Il legame è il voler raccontare tramite le immagini la storia di un popolo e i ricordi del proprio vissuto. In questa sequenza di immagini vi è la storia di un popolo costretto ad emigrare agli inizi degli anni ’90.
2- Lei racconta la storia di una famiglia peruviana. Che ruolo riveste in tal caso la tradizione nella cultura peruviana?
La storia che racconto è di una famiglia come tante che nonostante il legame profondo con la propria terra è costretta a lasciarla alla ricerca di un futuro migliore affrontando difficoltà ed incertezze. In questo caso non parlo di tradizioni poichè Perù e Italia sono 2 paesi latini con tradizioni simili.
3- Se la fotografia fosse una razza, sarebbe peruviana o italiana nel Suo caso?
La fotografia è un’arte e come tale discende dai sentimenti ed emozioni dell’uomo indipendentemente dalla provenienza.
Nelle “storie” di Gisella Iriarte si parla di “famiglia” come sinonimo di popolo, razza, civiltà.