E’ attento ed assorto come dinnanzi ad un quadro.
Ha i piedi di chi cammina lungamente alla ricerca di qualcosa, ha il passo del viandante e dunque scatta.
Lo si immagina così il fotografo di strada, mentre scivola lungo la città e scorre tra la gente trascinando via con sé le storie degli altri. Sfuggenti, immobili, stranieri.
Sono gli “altri” di Igor Apostolovski, fotografo croato che riscopre l’arte della pellicola con cui racconta Zagabria.
Immaginate di trovarvi nel mezzo di una folla a bagnarvi di gente e ad ascoltare i pensieri. Lì risiede l’istante, ineguagliabile e determinante, in cui il fotografo immortala la realtà nel mezzo della finzione. Igor Apostolovski ritrae il palcoscenico urbano della città dove scorge la strada, il teatro delle vite che rivelano la propria intimità più recondita solo al fotografo che sa guardare, come un indovino.
Igor Apostolovski è un cercatore di volti, movimenti, gesti, relazioni lungo la strada che esprime tutta la sua natura imprevedibile. E v’è quel senso d’eccitazione nell’istante della scoperta che pervade le immagini medesime.
Gli scatti di Igor Apostolovski sono essi stessi veri palcoscenici , in quanto la costruzione dell’immagine è poliedrica e rivela un certo manierismo che contrasta con la natura istintiva caratteristica della fotografia di strada.
In ogni scatto vi sono più campi visivi quanti sono i campi d’azione, ciò contribuisce a rendere internamente dinamica ciascuna immagine.
Si può dire che la compresenza ed il contrasto costituiscano i due elementi rappresentativi di lettura della fotografia di Apostolovski. Di fatti alcune storie sembrano convivere accanto ad altre storie nel medesimo scatto.
Si ponga attenzione all’immagine che ritrae un tram urbano, vi sono di fatti tre piani visivi: uno centrale ben definito e due laterali. Tre campi visivi quanti sono i pensieri di coloro che compaiono come attori lungo il palcoscenico della strada.
Seppur si tratti di snapshoot, prevale nella fotografia di Apostolovski un gusto per la composizione e la simmetria, che contribuiscono a rendere elegante quanto intensa l’immagine.
Non manca neppure un certo guizzo goliardico che è solito connotare la streetphotography e che, nel caso dell’opera di Igor Apostolovski, pervade l’immagine di un’insolita quanto divertente ambiguità.
1- Pensa che la fotografia di strada riveli la realtà soltanto oppure quest’ultima si mescola alla finzione?
Cerco di rendere la mia fotografia un riflesso dell’ “istante di verità” nel tempo. E’ la realtà ciò che mi attrae davvero, allontanandomi dalla fotografia di tipo più narrativo. Amo documentare ciò che accade e la fotografia documentaristica non tollera l’ “eccesso narrativo”.
2- I Suoi scatti ritraggono un palcoscenico urbano. Qual è il ruolo di Igor Apostolovski?
Il mio ruolo è quello di essere un semplice spettatore al fine di registrare tutti gli istanti decisivi di cui sono partecipe, né più né meno. Mi piace essere nel posto giusto al momento giusto.
3- Qual è l’ “istante decisivo” in fotografia?
L’ “istante decisivo” in fotografia è per me quello giusto tra due frazioni di tempo sbagliate.
Contatto FB: Igor Apostolovski
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Immaginate di trovarvi nel mezzo di una folla a bagnarvi di gente e ad ascoltare i pensieri. Lì risiede l’istante, ineguagliabile e determinante, in cui il fotografo immortala la realtà nel mezzo della finzione.