Chiudi gli occhi.
Margherita Vitagliano chiude gli occhi e guarda dentro se stessa per vedere nella memoria degli altri. Memoria d’occhi.
Primissimi piani, i volti del portfolio intitolato Fotogrammi congelati investono l’immagine nella sua totalità, la riempiono al punto di perdere ogni barriera con lo spettatore.
Così i visi divengono come geografie di paesaggi di vita e di viaggi d’ intimità segreta. Lungo le rughe, che serpeggiano come strade, riconoscibili diventano i ricordi che affiorano da una giovinezza antica. Fotografa autodidatta si definisce Margherita Vitagliano che attraverso la fotografia arriva dritta al cuore delle storie di vita che racconta. La fotografia è un linguaggio schietto in grado di guardare negli occhi della gente.
Colpisce di questi scatti la naturalezza con cui i visi appaiono ritratti, grandi ed impattanti presuppongono un inevitabile venir meno della distanza sociale, e dunque un maggior contatto intimo con chi posa e con lo spettatore medesimo. Nell’immagine ad essere protagonista è l’immagine medesima, per cui una vecchia fotografia diviene parte integrante dell’individuo, un tratto somatico e persino un segno distintivo.
Margherita Vitagliano chiede ai suoi personaggi di scegliere un fotogramma della loro giovinezza passata e ad occhi socchiusi di raccontare la loro storia.
Gli argentini collocano la sede del ricordo “a la izquierda”, affermando che l’atto medesimo del ricordare avvenga nel momento in cui gli occhi guardano verso sinistra, lontano, indietro, quasi a rovistar nella memoria.
Così avviene in questi fotogrammi congelati, dove una vecchia fotografia è posta su un occhio per cercar lontano e rivelare un segreto.
Sono paesaggi i visi di Margherita Vitagliano che sceglie il b/n per raccontare storie di vita passata ed emozioni che si intrecciano indissolubili. Il b/n , definito ed intenso, rende ancor più intensi e vividi i ricordi che affiorano con lunghe pennellate sulla fronte estesa di memoria dei personaggi ritratti.
Si guardi con attenzione la donna ritratta negli ultimi due scatti della serie: mentre tiene stretta la giovinezza che è stata in un pugno, sorride; poi apre gli occhi e, sorpresa dal presente, è colta dallo scatto che le ruba il ricordo.
In lei v’è tutta la memoria d’occhi.
1- Ha intitolato questo portfolio “Fotogrammi congelati”. Qual è la memoria di una fotografia?
La memoria di una fotografia e’ il ricordo che ci suscita, riporta la nostra mente assopita indietro nel tempo, e’ potentissima riesce a scuoterci, e far rivivere ricordi ormai sepolti in un angolo nascosto della nostra mente.
2- Cosa accomuna le storie di vita che ha ritratto?
Ognuno di questi scatti ha una storia personale. L’ unica cosa che hanno in comune e’ il ricordo della propria gioventù.
3- Chiuda gli occhi. Cosa vede?
Quando chiudono gli occhi tenendo in mano il loro passato, ritornano indietro nel tempo in quel preciso istante, assaporano i ricordi di quell’attimo, riaprendoli tornano alla realtà, ma quel momento rimarrà per sempre nella loro anima.
Contatto FB: Margherita Vitagliano
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Margherita Vitagliano chiede ai suoi personaggi di scegliere un fotogramma della loro giovinezza passata e ad occhi socchiusi di raccontare la loro storia.