Appare come il titolo di un film questo racconto fotografico di Michele Costigliola, che “gira” i suoi scatti nelle profondità della fotografia.
Le immagini presentate ricordano alcuni frame del film Giulia non esce la sera del regista italiano Giuseppe Piccioni, nel quale la protagonista dava lezioni di nuoto in una piscina comunale prima di tornare alla cella del carcere femminile di Roma. Così come la camera indugiava sullo scenario acquatico che veniva a crearsi dalla vita in giù, Michele Costigliola racconta quel che avviene in seguito al contatto dell’acqua con l’essere umano. Ma People in the water non è soltanto “water” e neppure “people”, c’entra la fotografia che è come un abisso di segreti e suggestioni. Si tratta di una metafora ed al contempo ne è ricca la letteratura delle arti visive e non solo, l’acqua ha da sempre rappresentato quel che gli esploratori definivano “la terra dei draghi”, oltre quelle isole a cui sapevano dare un nome.
Ed è in quegli abissi che guarda l’obiettivo fotografico di Michele Costigliola, laddove si va ad occhi chiusi.
Il b/n scelto dall’autore ben si sposa al tema ritratto, i grigi contribuiscono a conferire quell’indicibilità che è solita creare l’acqua a contatto con un corpo estraneo ed ancor più con uno vivente. I corpi assumono dunque sembianze insolite, diventano parte della materia liquida che li accoglie.
1- Fotografia, acqua, uomo. Descriva il legame tra questi tre elementi.
Il legame tra queste tre parole è che amo il mare, amo la fotografia e per finire amo la street photography.
Cosi raggruppando tre passioni forti è nato un piccolo progetto fotografico People in the Water. Cosi da stare allenato con la fotografia anche quando si sta al mare e sopratutto in acqua.
2- Cosa intende per racconto fotografico?
Per me un racconto fotografico è raccontare qualcosa, e mettere insieme delle foto e raccontare emozioni.
Io in questo progetto ho voluto raccontare cosa accade sott’acqua, raffigurando le persone in acqua dove il nostro occhio non riesce a vedere. L’unico modo per vedere e tuffarsi sott’acqua ma ad “occhi aperti”.
Ed è in quegli abissi che guarda l’obiettivo fotografico di Michele Costigliola, laddove si va ad occhi chiusi.