Mihael Neiman è stato fotografo due volte: prima della guerra, quando nell’esercito incontrò il maestro che gli cambiò la vita, e dopo la guerra.
“Sense and Sensibility” come nel romanzo della scrittrice inglese Jane Austen, Mihael Neiman è sempre stato conteso tra la “ragione” e il “sentimento” della fotografia.
Israeliano d’origine entrò nell’esercito sin da giovanissimo per l’ex Unione Sovietica, dove venne iniziato al fotoreportage da un fotografo del posto che gli insegnò il mestiere ma anche l’arte.
Mihael Neiman sostiene di essere diventato fotografo due volte non solo per una questione di “storie” personali, ma anche per una questione di tempo della fotografia. In seguito al rimpatrio in Israele, Neiman conobbe di fatti il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale, riscoprendo così nuovamente l’universo delle immagini e i suoi molteplici linguaggi.
Il portfolio qui presentato è una teoria di ritratti eseguiti in primissimo piano sui soggetti. Il b/n scelto e il tipo di inquadratura ricordano certi dagherrotipi di fine ‘800 e i soggetti scelti sembrano raccontare non soltanto un epoca lontana, ma anche un paese lontano. Sembra quasi di vedere Mihael Neiman nel suo studio, in Israele, dietro ad un grosso banco ottico.
In realtà ci troviamo di fronte ad un fotografo che sceglie di sperimentare “on the road” con una poetica dell’immagine che gli viene da dentro e dalla cultura a cui appartiene.
“Sense and Sensibility”: i ritratti qui presentati appaiono intensi e vividi, pregni di quella sensibilità che riflette sempre l’occhio di chi sa guardare. Questi scatti testimoniano la volontà dell’autore di andare oltre quel che è visibile, partendo dal linguaggio della fisicità, tentando di raccogliere nelle maglie della fotografia ogni ruga d’espressione.
1- Nelle sue foto appaiono molti ritratti. Che significato ha per Lei, in fotografia, un volto?
Quando sono in strada vedo volti che sono vite. Persone che percepiscono sentimenti e vivono la loro quotidianità con passione, e mostrano a me la loro storia.
2- Qual è la differenza che intercorre tra la fotografia di strada e la fotografia documentaristica?
La fotografia di strada cattura la realtà così come è, senza filtri e non intende riflettere delle storie. A differenza invece della fotografia documentaristica che è sempre alla ricerca della “storia ella verità”.
3- Racconti della Sua esperienza vissuta nell’esercito dell’ex URSS e poi in quello di Israele, il Suo Paese natio.
Quando ero nell’esercito russo consideravo la fotografia come il mio mestiere, pur amandolo molto. In Israele ebbi tutto il tempo di capirne l'”arte” che vi si celava all’interno, soprattutto in seguito all’avvento delle nuove tecnologie digitali.
Contatto FB: Mihael Neiman
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Mihael Neiman è sempre stato conteso tra la “ragione” e il “sentimento” della fotografia.