“Tic”. E’ la lampadina di cristalli d’acqua del pontile lungo il porto della città che pare uno specchio sotto la pioggia.
Cose e persone non sono che presenze fuggevoli e sfuggenti negli scatti di Naty Rodrìguez De Fez che, seppur voglia ritrarre l’individuo immerso nella spontaneità dell’habitat naturale che gli appartiene, finisce per guardare ad altro: la pioggia.
E’ un altrove la pioggia, un archetipo che appare in queste immagini come una condensa emozionale, tramite il suo elemento cioè l’acqua, un sentimento dallo stato liquido.
Per nulla fenomeno ambientale, essa ha molto a che fare con l’ “umano” tant’è che pare circondare come un’atmosfera i pensieri dell’uomo con l’ombrello o la giovane donna riflessa nello specchio d’acqua blu cielo.
L’acqua è lo specchio attraverso cui guardare la realtà che, in essa riflessa, appare più bella e meno pericolosa.
Lo specchio d’acqua, ovvero l’elemento del “doppio”, funge da filtro attraverso cui la realtà appare come un altrove incantato. La pioggia rende indefiniti i contorni delle cose che si specchiano nell’acqua come in una dimensione che ha del magico: così la città di sopra apparirà comune e definita, mentre la città “altra” di sotto apparirà edulcorata nei lineamenti ed immaginifica, sognante negli occhi dello spettatore.
Negli scatti di Naty Rodrìguez De Fez emerge un occhio femminile nel raccontare immagini e suggestioni ed un tocco elegante nel dipingere sensazioni e stati d’animo.
Si potrebbe dire che la fotografia di Naty Rodrìguez De Fez appartenga alla corrente pittorialista in quanto contraddistinta da una forte attenzione per il senso estetico, cosicché essa appaia comparabile all’arte pittorica.
Così come per il pittorialismo, movimento culturale nato nel XIX secolo, la De Fez sembra essere fortemente influenzata dall’Impressionismo, per colori e composizione, tale per cui l’immagine appare come un disegno e cattura al meglio lo spirito e la luce della natura.
Si guardi nello specifico lo scatto dal titolo Soap Bubbles: prevale un senso manierista diffuso nella costruzione dell’immagine, nonché nella sua composizione.
Il taglio orizzontale dello scatto fa sì che emergano i contorni di un paesaggio ben definito: il lampione perfettamente in asse con il Big Bang sullo sfondo, la compostezza delle bolle di sapone che appaiono lì come volutamente posizionate ed il bambino che cattura lo sguardo dello spettatore come in un set fotografico alla Erwin Olaf , dove si ha sempre l’impressione che qualcosa si trovi sull’orlo dell’avvenire.
1- Nei Suoi scatti non compaiono volti. Gli individui presenti sono come “riflessi” in uno specchio d’acqua. Perché?
I volti delle persone si riflettono nell’acqua piovana ed appaiono sfocati, senza confini definiti, senza particolare espressione, così come la pioggia rende fumosa ed indefinita la nostra anima, i nostri sentimenti, il nostro umore. Quando piove, sopraggiungono il silenzio e la riflessione. E ‘un momento in cui i nostri sensi sono totalmente concentrati sul nuovo paesaggio che sta per delinearsi.
2-Pensi alla pioggia. Quale immagine e stato d’animo Le sopraggiungono?
La pioggia porta serenità e divertimento al contempo. Lentamente, tutto cambia. La pioggia eccita bambini ed anziani, perché è un evento magico. La natura ci offre un dono che non può essere respinto, attraverso cui percepire che le cose non sono mai soltanto ciò che appaiono semplicemente.
3- Se vedesse riflessa Gran Canaria, il Suo paese, in uno specchio d’acqua, che cosa vedrebbe?
La mia terra, Gran Canaria, è conosciuta come il “continente in miniatura” per la varietà del suo paesaggio. La pioggia qui è scarsa, ma quando piove l’odore della terra bagnata preannuncia come una rinascita.
Fb Contatto: Naty Rodrìguez De Fez
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
E’un altrove la pioggia, una condensa emozionale, un sentimento dallo stato liquido.