Dario Antoniani fa l’operatore video, professione che lo porta a guardare più in là del suo naso, oltre il campo di ripresa.
Si immagini di guardare nell’obiettivo della camera, il campo visivo è tutt’altro che ristretto e ci si accorge che l’occhio- quello più curioso- non resiste all’impulso di guardare un po’ più in là.
Molisano d’origini, appassionatosi alla fotografia sin da giovanissimo, Dario Antoniani sceglie la strada come palcoscenico della sua fotografia. Colpiscono le inquadrature, che denotano con evidenza un’attitudine “telegenica”, ampie e lunghe dove trovano spazio personaggi, ombre e specchi. Dario Antoniani ama la fotografia “street” degli anni ’60 e ’70 del Novecento italiano, quella autentica colta tra un tempo e uno spazio.
Nelle immagini qui presentate il fotografo sembra girare un cortometraggio con gli occhi di chi vuol immergersi nella scena senza alterarla. Il “regista” scrive una vera e propria sceneggiatura e i personaggi che ritrae sono parte di uno script che prende forma ad ogni vetrina dei negozi e ad ogni angolo delle strade. Lo “street theatre” è il palcoscenico sul quale va in scena il teatro del quotidiano e che il guizzo del fotografo coglie ed interpreta con i suoi occhi. Ogni piano sequenza, e dunque ogni immagine, denota un’intelligenza fulgida ed una propensione alla comprensione del reale, dell’imprevisto e dell’immaginario.
V’è uno scatto di Dario Antoniani che ritrae il balcone di un’abitazione su cui campeggia in primo piano una parabola satellitare. L’immagine può essere considerata emblematica dello “street theatre” in quanto costituita da molteplici piani sequenza come su di un palcoscenico dove va in scena una storia o più storie.
1- Palcoscenico, strada. Indichi la relazione tra questi due elementi.
Il palcoscenico per un attore o un regista non è nient’altro che un luogo dove poter mettere in scena una storia di vita. Ecco perché credo che la strada sia per certi versi un palcoscenico, ognuno di noi vive ogni tipo di emozione nella vita di tutti i giorni, svolgendo le proprie attività quotidiane. Il mio intento è quello di immortalare e rendere quasi infinita una emozione, una situazione particolare o anche una semplice azione che, probabilmente, in questo periodo storico fatto di virtualità, ci sfugge. Mi piacerebbe che un giorno le mie foto fossero come un documento storico, da confrontare con la quotidianità a cui la società sarà arrivata.
2- In quanto fotografo , Lei è un osservatore.Tuttavia, quando si trova in strada, ha l’impressione di essere anche osservato?
Spero proprio di no! Non sono egocentrico anzi, semmai l’esatto contrario. Sono una persona che ama passare inosservata, anche se il mio lavoro (operatore video) mi porta a camminare con pesanti attrezzature e ad incrociare sguardi di persone timide o compiaciute davanti a un obbiettivo. Ma in questo mondo totalmente votato alla condivisione digitale a ai social, chi può pensare di passare inosservato?
3- Qualora la strada fosse il palcoscenico di un teatro, Lei quale ruolo ricoprirebbe?
Senza ombra di dubbio sarei nel back stage, tra luci, cavi e attrezzature elettroniche. E’ sempre stato il mio posto ideale.
Contatto FB: Dario Antoniani
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Nelle immagini qui presentate il fotografo sembra girare un cortometraggio con gli occhi di chi vuole immergersi nella scena senza alterarla.