Romania, 1992. Miloud Oukili, clown di strada francese ha un sogno: vincere il sentimento d’indifferenza verso il mondo di centinaia di bambini fuggiti da realtà difficili, che vivono nel sottosuolo dei sobborghi urbani tra accattonaggio e prostituzione.
Parada, ben scandito “Pa-ra-da” nel film di Marco Pontecorvo del 2008, è l’occhio di Mattia Leonardi che s’apre sulle vicende dell’Associazione di volontariato Parada Italia onlus che ogni giorno offre sostegno ai bambini di strada di Bucarest.
E’ un fotoreporter Mattia Leonardi, lo si vede dalle inquadrature e dall’occhio che attento indugia ai piedi della scena, per sporgervisi con discrezione, per guardarvi attraverso quanto basta. Nelle immagini di Mattia Leonardi non c’è il fotografo, c’è invece il suo prolungamento ovvero l’occhio che resta come una presenza silente e al contempo attenta a cogliere e catturare ogni battito di vita. Il fotografo è il fondale, l’immagine è il palcoscenico.
Puzza di vita e di futuro Parada Onlus, nata nel gennaio 2006 in Italia dall’evoluzione della campagna Un naso rosso contro l’indifferenza in favore dei bambini e dei ragazzi che vivono in strada a Bucarest. La clownerie diviene l’occasione di un sorriso nel mezzo del dolore: molti giovani si sono reinseriti nelle famiglie d’origine, altri si sono creati un futuro attraverso l’istruzione ed un nuovo lavoro, altri ancora sono diventati educatori e artisti, contribuendo a far conoscere e a combattere l’emergenza.
Così Mattia Leonardi parte per Bucarest fino a Parada, vi trascorre intere giornate e ci viaggia dentro. Lo fa un po’ da protagonista e un po’ da spettatore, per far sì che la realtà emerga chiara e scevra da intenti favolistici.
Tuttavia, poiché il fotografo fa la fotografia, in questi scatti emerge l’occhio esperto e la mano d’autore dal tatto magistrale.
Le inquadrature sono quelle di un vero e proprio racconto fotografico, dove i personaggi appaiono all’interno di cornici emozionali come in un album di famiglia.
Si respira una tensione alla vita, profondissimo anelito, che percorre ogni immagine e coglie intensamente il senso ultimo dell’Associazione Parada Italia onlus, nonché la sua storia.
V’è uno scatto in cui una sfera è tenuta in equilibrio sulla punta di un dito in un fondale di birilli danzanti.
Lì è il mondo intero: fu-tu-ro, Pa-ra-da.
1- Pensi all’immagine fotografica come il palcoscenico di un teatro. Quale ruolo interpreta il fotografo?
Il fotografo è esattamente come un regista di un film,dove può registrare le immagine che lo circondano dando i colori e toni di quello che sente e di quello che vuole esprimere.
2- Che rapporto sussiste tra il viaggio e la fotografia? L’uno può essere considerato strumento dell’altro o viceversa?
Sì assolutamente, i primi miei viaggi erano senza macchina fotografica e ancora adesso mi mangio le mani.Non ho parole esatte per trasmettere le sensazioni che si provano quando sei in viaggio e hai una macchina fotografica al collo.In ogni caso se mi dicessero di fare un viaggio senza macchina fotografica molto probabilmente non ci andrei.E’ di fondamentale importanza registrare quello che vedo,sopratutto dove ci sono culture diverse dalle nostra,è comunque ,nel suo piccolo,una testimonianza .
3- Parada è stato per Lei un viaggio. Si è sentito più viaggiatore o fotografo?
Per me Parada non è stato un viaggio,stavolta mi sono sentito più fotografo perché ero partito solo con l’intenzione di fotografare la quotidianità dei ragazzi che partecipano alle attiva dell’associazione Parada. E’ stata una bella esperienza che mi ha fatto capire ancora di più dell’importanza del reportage .
Contatto FB: Mattia Leonardi
Per PHOLIO: Ilaria Sciadi Adel
Nelle immagini di Mattia Leonardi non c’è il fotografo, c’è invece il suo prolungamento ovvero l’occhio che resta come una presenza silente per catturare ogni battito di vita.